Le aree interne sono i territori del paese dove si hanno maggiori difficoltà ad accedere a servizi essenziali. 

Si tratta di quasi 4.200 comuni, dove abitano circa 13 milioni di persone. Più della metà dei comuni italiani rientra nelle aree interne.

Questi comuni interni sono quelli più lontani dai comuni polo, ovvero le città che offrono contemporaneamente, da sole o insieme a territori confinanti, tutti i servizi essenziali: educativi, sanitari e di trasporto.

I territori più vicini ai poli (meno di 20 minuti) sono considerati di “cintura”, i più distanti sono appunto le aree interne. Queste comprendono i comuni intermedi, periferici e ultraperiferici, che distano rispettivamente più di 20, più di 40 e più di 75 minuti dal polo più vicino.

La scarsa copertura dei servizi nelle aree interne si accompagna spesso a fenomeni come lo spopolamento, un maggior rischio di disoccupazione e in generale a situazioni di disagio economico e sociale. Elementi su cui è urgente intervenire.

Quali sono le cause della povertà educativa

La povertà educativa è la condizione in cui un bambino o un adolescente si trova privato del diritto all’apprendimento in senso lato, dalle opportunità culturali e educative al diritto al gioco. Povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda.

La mancanza di servizi educativi nelle aree interne

Le scuole sono meno presenti, spesso sono più piccole e offrono meno strumenti e servizi. Dalle difficoltà del trasporto scolastico, alla carenza di mense e palestre. Un’altra questione riguarda gli insegnanti, che nelle scuole di piccoli comuni tendono a una maggiore mobilità. Tutti elementi che ostacolano il percorso di studi degli alunni e che portano le aree interne a registrare livelli di apprendimento più bassi e un maggiore tasso di abbandono scolastico. Ciò contribuisce allo spopolamento, in particolare della popolazione giovanile.

Se nelle aree interne non sono soddisfatti i servizi “essenziali” di cittadinanza, in queste aree non si può vivere. Se una quota importante della popolazione ha difficoltà ad accedere a scuole in cui i livelli di apprendimento e la qualità degli insegnanti sia equivalente a quella garantita nei maggiori centri urbani (…) si entra in un circolo vizioso di marginalità per cui all’emorragia demografica, segue un processo di continua rarefazione dei servizi stessi, precludendo l’utilità di un qualsiasi intervento di sviluppo.